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Bello il blu indaco della notte,
Mentre scrivo due cavolate due al bar
Fortuna che ci sia, questo angolo di universo ubriaco e sperso
Mentre si gioca a carte
Una birra dopo l’altra, è il mio difetto
Tra risate continue e assordanti.
Per dimenticare il buio della notte, d’inverno.
Le risate senza senso
come un vento spingono ovunque
Fino a entrare in confatto con la magia dell’universo che verso l’Uno va.
Perché esisto?
Sono nato per caso? Come dice la scienzah!
Un semplice colpo di fortuna incredibile?
O di sfortuna, a seconda dei punti di vista,
Sperso in questo angolo di universo, a tratti magnifico
Ma forse, di fondo, uno vale l’altro
Che senso ha la vita senza l’ammore?
Domani mi sveglierò bello sobrio, bello piatto.
Scriverò lunghe liste, di cose da fare
E intanto
L’universo con le sue stelle lontane
A tratti ride attraverso di me
